Un tutorial per ricostruire la chiesa del Giubileo di Roma di Richard Meier

La chiesa, nota anche come Dives in Misericordia (dall’omonima enciclica di Giovanni Paolo II, 1980), viene realizzata in occasione del Giubileo del 2000 a seguito di un concorso internazionale ad inviti per sei noti architetti, di nazionalità e culti diversi: Tadao Ando, Gunter Behnisch, Santiago Calatrava, Peter Eisenman, Frank GehryRichard Meier, che poi si aggiudicherà il concorso.
Bandito nel 1995 dal Vicariato di Roma per l’area di Tor Tre Teste, compresa tra il Raccordo Anulare, la via Prenestina Vecchia e il quartiere Alessandrino, il concorso richiedeva l’elaborazione di un progetto di chiesa parrocchiale capace sia di esprimere la spiritualità del nuovo millennio, sia di immettere valore architettonico e urbanistico del quartiere romano.

Come molte altre opere dell’architetto americano, la chiesa è cromaticamente bianca ed è composta da tre vele, la più alta delle quali raggiunge un’altezza di 26 metri. Le vele sono autoportanti, per realizzarle sono state suddivise in grandi pannelli prefabbricati a doppia curvatura, ciascuno del peso di 12 tonnellate. Successivamente, per montare e assemblare tali pannelli, è stata realizzata appositamente una sorta di gru specializzata alta 38 metri che sollevava i pannelli e li portava in posizione, all’altezza voluta.

La chiesa con le sue vele e con la navata che riprende l’idea di una barca si rifà alla tradizione cristiana in cui la barca rappresenta la Chiesa come guida nel mare burrascoso. Sin nelle prime idee dell’architetto, questa chiesa doveva rappresentare la “barca della Chiesa” che solca i mari portando il suo popolo nel Terzo millennio e, allo stesso modo, questa parrocchia assume il ruolo di guida del quartiere Tor Tre Teste in cui è costruita. Tale effetto viene accentuato dall’illuminazione, la cui luce, delinea, nei volumi complessi, proprio l’effetto delle vele gonfiate dal vento.

Le vele sono tre, numero che simboleggia la Trinità e sono posizionate in modo da sovrastare la chiesa e comunicare a chi sosta nella navata il senso protezione di Dio sulla comunità Cristiana. Anche l’illuminazione è stata attentamente studiata dall’architetto: infatti benché l’intera struttura sia coperta in modo consistente da vetri, la luce solare non entra mai direttamente in chiesa, tranne in un momento del pomeriggio in estate, quando, da una piccola finestra, la luce illumina direttamente il crocifisso posto all’interno.

Lo spazio sacro leggermente disassato rispetto alle costruzioni di servizio agli uffici religiosi, è uno spazio cavo, interno di un guscio protettivo come la Misericordia Divina che dà nome alla chiesa, aperto al cielo (infinito) e alla sua variabilità, nel tempo, dell’intensità e del colore della luce, quasi abbagliante che non dà tregua alle ombre, dissolvendole in un chiarore totale.

In questo tutorial video scopriremo come ricostruire l’edificio, utilizzando diverse modalità di progettazione e scoprendo alcuni degli strumenti di modellazione 3D di Vectorworks, fino a produrre rendering realistici del progetto.